Una monografia, punto di arrivo di una pluriennale e approfondita ricerca, che mette a frutto un'imponente mole di documenti, nonché di scritti e testimonianza dell'artista stesso. Scultore, architetto, illustratore, scenografo e grafico, Achille Funi è stato uno dei personaggi di spicco della pittura italiana della prima parte del XX secolo, aderendo al movimento Novecento di Margherita Sarfatti. Oltre alle tradizionali opere da cavalletto, si è dedicato appassionatamente alla pittura murale, tecnica antica e gloriosa, caduta in disuso nella modernità, ma riportata in auge nel corso degli anni '30 e '40, sulla scorta dell'esempio trascinante di Sironi. Da annoverare tra le figure più autorevoli del panorama artistico italiano: intellettuale di spicco, voce autorevole del dibattito culturale, Funi nel 1939 diventa docente presso l'Accademia di Belle arti di Brera, incarico nel quale emerge "la capacità di Funi di formare personalità differenti, e non repliche di se stesso [...] segno della sua efficacia di maestro." Basterà ricordare che sono stati suoi allievi non solo i figurativi Adami e Mariani, ma artisti cinetici appartenenti al Gruppo T (Grazia Varisco, Boriani, Anceschi, Gianni Colombo) e firmatari del manifesto spazialista come Crippa, Dova e Peverelli. Il volume rientra nella collana Scheiwiller, "L'arte e le arti", nella serie in collaborazione con l'Accademia di Belle arti di Brera.