Scritto nel 1903, questo racconto lungo si rivela oggi in tutta la sua drammatica attualità. In esso l'autore affronta il difficile rapporto tra un adolescente sensibile e 'artisticamente dotato' e i 'normali' coetanei, capaci di condurre un'esistenza meno travagliata e dunque più felice. Moro, fra ragazzi biondi e dagli occhi azzurri, Tonio legge Schiller e scrive versi, laddove i compagni preferiscono lo sport e l'aria aperta. Il contrasto fra i due mondi si manifesta altresì nel silenzioso idillio con Ingeborg e nell'amicizia, incompresa, con Hans: due figure, che susciteranno in lui per tutta la vita una profonda gelosia. In seguito alla morte del padre e alle seconde nozze della madre, Tonio decide di abbandonare la città natale, ma la sofferenza nel percepirsi diverso dagli altri lo accompagna anche quando egli, ormai adulto, diviene un affermato artista.