Poggio alle Ghiande è un magnifico podere nella campagna toscana, proprietà di due gemelli sessantenni, Zeno e Alfredo. Mai diversità tra parenti è stata più decisa della loro: collezionista, esteta, raffinato cultore del bello, Zeno si presenta in caftano e citazioni dotte accanto al broker Alfredo, abiti impeccabili, casa in via Moscova a Milano, mondo della finanza e relazioni nella società che conta, e che conta più che altro debiti, nel suo caso. Per uno il Poggio è l'universo stesso, il centro della sua vita, per l'altro un capitale bloccato, l'occasione per fare contante, e nel frattempo niente più che una casa in campagna dove indossare la giacca di tweed. Attorno a loro una vivace compagnia di personaggi, dal custode Raimondo, che rivendica un'amicizia speciale col pittore Ligabue, al polacco Piotr devoto al papa e ai poteri della varechina, a Giancarla, una ex professoressa di chimica in pensione specializzata in decotti e distillati. E poi un architetto un po' balordo, un ingegnere immobiliarista, un meccanico della formula 1 alla ricerca di silenzio, una coppia di artisti anticonformisti, una divorziata rancorosa e brillante. A completare il teatro di caratteri e personaggi Margherita, filologa dagli occhi verdi e non solo, e Piergiorgio genetista che la ama da anni. Gli ingredienti sono questi, e sono perfetti per una storia che da commedia diventa giallo, con tanto di omicidi, interrogatori e indagini, e torna commedia. L'intreccio, sullo sfondo una possibile vendita della proprietà ai cinesi, rompe gli equilibri della comunità di Poggio alle Ghiande, e scatena sospetti e maldicenze, scomodando anche le teorie su telomeri e dna, per assegnare responsabilità e aspettative di vita. Dove vince quello geneticamente più forte. Marco Malvaldi riesce splendidamente a dosare racconto, mistero e ironia, con una narrazione elegante e molto raffinata. Si legge sorridendo, questo bel libro, che incanta con la descrizione suggestiva dei luoghi e con i dialoghi tra personaggi tutti riusciti, che calcano le scene forti dei loro copioni, vivi, molto ben dosati, totalmente credibili. È un giallo curato e ben fatto Negli occhi di chi guarda, è brillante, divertente, strappa alcune belle risate senza forzature. E sorprende anche con risvolti improvvisi che sparigliano le carte dell'indagine rivelando un ottimo thriller, che si gusta fino in fondo.
Recensione di Francesca Cingoli