Il silenzio di
Delillo giunge in un momento storico in cui si può avviare numerose riflessioni.
Ogni storia deve iniziare da un conflitto: quello che dà il via a
Il silenzio di
Delillo è un blackout.
Siamo a New York nel 2022, la pandemia da coronavirus è alle spalle e le persone ritrovano una parvenza di normalità tra vacanze e cene a casa di amici. Improvvisamente un blackout spegne schermi, tablet, modem. Niente più programmi, social, comunicazioni, niente più investimenti, tweet o post.
Seguiamo la storia de
Il silenzio di
Delillo dal punto di vista dei protagonisti che sono costretti a valutare e a supporre le motivazioni di questo blackout senza poter guardare più in là della propria singola situazione.
Dal resto non hanno modo di connettersi con il mondo per sapere se il silenzio, il buio, siano locali o mondiali. Se ci sia un attacco terroristico in corso o un semplice incidente.
Se gli interrogativi circa il blackout possono estendersi su un piano filosofico e universale, le domande che si pongono i protagonisti de
Il silenzio di
Delillo sono molto lontane dall’universalità: ognuno è concentrato nel qui e nell’ora, sulla telefonata che non può fare, sul Superbowl che non si può guardare.
Solo una figura si distingue nell’ovattato dialogare di questi personaggi piccolo borghesi che sembrano usciti da una pièce di teatro dell’assurdo, un personaggio (la voce dell’autore?) che per tutto il libro non fa che citare Einstein e i suoi riferimenti allo spazio e al tempo.
Perché in fondo quel silenzio che ammanta il romanzo di
Delillo è una piega che si apre tra lo spazio e il tempo delle nostre vite.
Il silenzio di
Delillo è un romanzo con un livello di lettura che in superficie appare semplice, che si presta a speculazioni spicciole.
Ma solo in superficie.
Appena più in profondità questo romanzo apre dei quesiti molto più grandi, tra relatività, incertezza, attenzione umana, sguardo universale, posizione dell’uomo nel mondo.
E all’interno della produzione di
Delillo Il silenzio ha un ruolo ben preciso: se l’autore con
Rumore Bianco metteva l’uomo al centro delle telecomunicazioni (erano gli anni ’80), in
Il silenzio lo isola proprio giocando sull’azzeramento della comunicazione tecnologica.
E’ una morte dell’assoluto in cui però l’uomo non prende più posizione.
Come si risolve
Il silenzio di
Delillo?
Lasciamo la scoperta, e la riflessione che ne consegue, al lettore.
Ma consigliamo, dopo aver letto
Il silenzio di
Delillo, di rileggere la citazione di Einstein posta all’inizio del libro:
Non so con quali armi si combatterà la Terza guerra mondiale, ma la Quarta guerra mondiale si combatterà con pietre e bastoni.
Recensione di Stefania C.