Lucente, malleabile, prezioso, brillante: è proprio come l’argento il
nuovo romanzo di Malvaldi. La vicenda ruota attorno a un doppio furto,
quello di una Clio color argento e quella di un computer portatile del
medesimo colore. E di una doppia coppia - Livia e Nicola e Stefano e
Marta - le cui vicende si aggrovigliano e si sciolgono a corrente
alternata. È stata svaligiata la villa di Livia e Nicola, lui è uno
scrittore in crisi di idee che con il portatile che gli è stato
sottratto ha perso l’unica copia del romanzo che stava scrivendo e
ancora da terminare. Il ladro si è servito dell’automobile di Stefano,
informatico sbadato e lettore bulimico, che recuperando dopo qualche
giorno la Clio, vi scopre, nascosto sotto il sedile, un computer
portatile argentato che non gli appartiene. Prima di restituirlo ci
sbircia un po’ dentro e mentre si appassiona alla vicenda del romanzo
che trova nel portatile, si indispettisce per la banalità di alcune
soluzioni narrative, per la piattezza dei personaggi. Da lettore
esigente quale è, prende a correggere e ad aggiustare qua e là,
tempestando di telefonate - anonime s’intende - l’ignaro Nicola. Le
compagne di vita di Nicola e Stefano, Livia e Marta, intuiscono che
qualcosa sta cambiando nei loro menage e non è detto che sia in peggio.
La poliziotta Rebecca e il ladro Biagio fanno da contorno ai personaggi
principali di questo romanzo degli equivoci e delle coincidenze, dove
comunque il protagonista è proprio il libro che Nicola sta scrivendo.
Tutto gira vorticosamente, come in una giostra, i fatti si rincorrono e
si avviluppano senza sosta e Malvaldi, con capacità inventive fuori
dall’ordinario, conduce il gioco con grande divertimento suo e dei
lettori. Gli elementi narrativi speculari e gli intrecci doppi fanno di
Argento vivo un romanzo unico, che ha il sapore di una commedia
shakespeariana e del teatro classico, attraversati però dalle atmosfere
di casa nostra.