Emmanuel Carrère lavora inizialmente come critico cinematografico per la rivista Télérama. Nel 1983 esordisce con il romanzo
L'ami du jaguar, al quale hanno fatto seguito altri romanzi di narrativa pura:
Bravura (Marcos y Marcos, 1991),
I baffi (Theoria, 1987, poi Bompiani, 2000 e Adelphi, 2020),
Fuori tiro (Theoria, 1989),
La settimana bianca (Einaudi, 1996, poi Adelphi, 2014).
Nel 2000 Emmanuel Carrère pubblica L'avversario, uno dei suoi romanzi più conosciuti, ed è basato su un tragico fatto di cronaca. Jean-Claude Romand, dopo aver fatto credere per quasi vent’anni alla sua famiglia di essere un medico, decide di sopprimere moglie, figli e genitori e di dar fuoco alla sua casa. Carrère visita più volte Romand in carcere e tiene con lui una fitta corrispondenza, in modo da documentare la sua vita da detenuto e indagare i motivi che lo hanno portato a diventare un serial killer.
Da L'avversario in poi Carrère si concentra sui temi dell'identità, dell'illusione e della creazione della realtà narrando le sue storie in prima persona come testimone di fatti reali.
Il suo libro più venduto è Limonov (Adelphi, 2012), la biografia romanzata di Eduard Limonov, punk, politico, scrittore e dissidente russo che ha vissuto in Europa e Usa, per poi tornare in patria e diventare un oppositore di Putin come rappresentante del partito nazionalista.
In Yoga (Adelphi 2021), il suo ultimo romanzo, Carrère racconta della sua lotta contro la depressione, vinta ricorrendo a farmaci, elettroshock e tecniche di meditazione.
Altri romanzi di Carrère sono: Facciamo un gioco (Einaudi, 2004), La vita come un romanzo russo (Einaudi, 2009, poi Adelphi, 2018), Vite che non sono la mia (Einaudi, 2011, poi Adelphi, 2019).
Tra i saggi, in Italia sono stati pubblicati: Il Regno (Adelphi, 2015), Io sono vivo e voi siete morti (Adelphi, 2016), A Calais (Adelphi, 2016), Propizio è avere ove recarsi (Adelphi, 2017).