Pubblicato a Milano a cura delle Edizioni Futuriste di poesia, nel 1914. In questo poemetto, ispirato all'assedio di Adrianopoli durante la prima guerra balcanica, l'autore utilizza metodi di stampa particolari inserendo caratteri tipografici di varie dimensioni, nonché grassetto e corsivo creando in tal modo un effetto visivo in grado di riportare il lettore al centro della battaglia del 1912. Il testo, dal forte carattere visivo, si compone delle parole in libertà, tecnica di scrittura futurista che prevede l'abolizione dei nessi sintattici tradizionali, il rifiuto di articoli, avverbi e aggettivi e l'uso di termini onomatopeici per riprodurre i suoni della guerra.