Una vita da governante, silenziosa e nell'ombra dei ragazzi che accudiva. Un destino da fotografa, ora che sono state trovare, catalogate, studiate e ammirate le sue tante immagini, molte neanche sviluppate quando lei era in vita. La storia di Vivian Maier è unica e affascinante come lo sono le sue fotografie, che la pongono ora, indiscutibilmente, accanto ad autori come Helen Levitt, Robert Frank, Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau e altri grandi. Nata a New York nel 1926, alla fine degli anni Quaranta inizia a interessarsi alla fotografia e scatta le prime foto. Non smetterà più. È un'autodidatta e il suo status di fotografa amatoriale le dà la libertà di inventare il proprio stile visivo, che svilupperà con costanza e assiduità portando sempre con sé l'immancabile Rolleiflex. Nel cuore degli Stati Uniti, Maier osserva minuziosamente il tessuto metropolitano, che già riflette i grandi cambiamenti sociali e politici della sua storia. La strada è un luogo di osservazione ideale, in particolare i quartieri popolari, che la fotografa osserva senza sosta. A metà strada tra la fotografia umanista francese e la street photography americana, Maier cattura con semplicità, rigore ed efficacia scene di strada, ritratti, gesti e dettagli fugaci, offrendoci uno spaccato di quella società americana che la relega ai margini, ma di cui è un'attenta osservatrice. Finché sarà in vita, il mondo non conoscerà il suo sguardo e la sua incredibile capacità di penetrazione della realtà. Poco prima della sua morte, avvenuta nel 2009, l'archivio di Vivian Maier sarà scoperto per caso nel corso di una vendita all'asta. Il suo lavoro inizia così la sua lenta ascesa verso la superficie del visibile, rendendola una delle fotografe più affascinanti del la storia del XX secolo. Questa edizione del FotoNote dedicata a Vivian Maier, inedita in Italia, presenta oltre 70 fotografi e, introdotte da un testo della curatrice Anne Morin e accompagnate da note biografi che e bibliografi che aggiornate.