Il dialogo con la filosofia di Capitini rivela la dimensione umana che la nonviolenza attraversa, realizzando una costellazione di relazioni possibili: il rapporto con le sue fonti, con il confluire di una pluralità di esperienze che formano l'originalità del suo pensiero. Le relazioni essenziali che appaiono all'interno della lenta tessitura che è l'opera di Capitini sono, da un lato, quella tra la nonviolenza e la vita, dall'altro, quella tra la nonviolenza e la verità. Leggere il mondo con la lente della nonviolenza significa apprendere dalla vita. Lo sguardo così rinnovato non coincide con una semplice visione ottimista del reale, ma significa intraprendere una strada segnata dalle prove e dalle contraddizioni dell'esistenza.