In questa autobiografia romanzata, l'autrice disegna un vero e proprio affresco della società palermitana dal 1950 al 1980. La protagonista, Giovanna, figlia di un contadino siciliano e di una giovane donna tedesca, rimasta orfana di madre, viene lasciata in un brefotrofio e successivamente adottata. La sua formazione morale e ideologica matura attraverso vicende personali ed eventi storici di rilievo, quali la strage del '60 a Palermo, durante il governo Tambroni, e la contestazione del '68. Molte figure accompagnano la crescita sentimentale di Giovanna: da Nina a Costanza, dai genitori adottivi ai tanti amici di giochi e avventure, dal nonno barbiere allo zio calzolaio, un instancabile autodidatta di fede comunista, innamorato del messaggio pasoliniano. Un intreccio di storie in cui la freschezza di certe evocazioni si mescola alla profondità dei ritratti psicologici e all'irrinunciabilità della vocazione alla scrittura poetica come strumento di decantazione del male e del dolore.