Nella storia del paese Italia l'unità culturale, linguistica e religiosa ha preceduto di qualche secolo l'unità politica. È stata questa la differenza fondamentale con gli altri stati nazionali che ha segnato a lungo i rapporti interni all'Europa. Quale ne fosse la causa apparve evidente a Niccolò Machiavelli che confrontando l'Italia con la Francia e la Spagna si pose la domanda perché la moderna realtà dello Stato non fosse nata anche da noi. E vi rispose con una pagina celebre: «Abbiamo... con la Chiesa e con i preti noi italiani questo primo obligo di essere diventati sanza religione e cattivi; ma ne abbiamo ancora uno maggiore, il quale è la seconda cagione della rovina nostra. Questo è che la Chiesa ha tenuto e tiene questa provincia divisa» (Discorsi, libro I, capitolo 12). Nella grande crisi dell'età della Riforma l'Italia rimase divisa sul piano politico, ma la Chiesa romana vi mantenne una netta egemonia come l'istituzione suprema di un paese cattolico. Al centro degli scritti qui raccolti c'è la fase di passaggio dallo stato di decadenza tardo-medievale delle istituzioni del governo religioso dei laici - parrocchie e diocesi - ai primi inizi di una restaurata disciplina morale e disciplinare del clero mentre sotto il controllo dell'inquisizione il paese «sanza religione» si veniva assuefacendo agli obblighi di una durevole "fede italiana".