Questa ricerca si è proposta di analizzare il consumo di programmi televisivi violenti da parte di minori tra gli otto e i quattordici anni attraverso un tipo di metodologia (focus group incentrati sul racconto, la drammatizzazione e interviste in profondità) che ha permesso di definire una linea di lettura del fenomeno maggiormente legata ai vissuti esperienziali dei minori e alle loro etiche locali. Questa ricerca propone un modo diverso, e soprattutto più articolato, di considerare il rapporto violenza televisiva e minori, senza alcun intento di demonizzare il medium, ma sottolineandone il forte ruolo di "mediazione", in quanto offre molto spesso ai minori i codici affettivi e cognitivi per "comunicare" con il mondo.