"La scelta dell'Autore di rivolgere l'indagine su Villanova pare determinata da una conoscenza personale approfondita, da una cara consuetudine di vita che lo induce a riandare nel passato, indagare e scoprire antiche vicende. Ma anche, da questa conoscenza diretta di quel tanto che rimane al presente, la possibilità di cogliere le tracce del passato, collegarle e coordinarle tra loro, confrontandole là dov'è possibile con la documentazione scritta, ricostruire il tempo lontano. Così la sua tesi sulla data e sulla causa della distruzione di Villanova, riapre una questione antica, che risale al cronista Domenico di Gravina, al Gioia, al Pepe - quest'ultimo tornò più volte sull'argomento - e si prospetta del tutto nuova, originale, degna d'esser presa in considerazione, sia per l'impostazione che per le prove che vengono addotte. L'indagine condotta è ampia per l'informazione e offre spunti di particolare interesse anche per la storia del costume." (dall'Introduzione di Attilio Tanzarella)