Ho passato diverse ore a chiacchierare con Leonard di quello che il Vietnam ha indelebilmente inciso come un tatuaggio sopra la sua anima. Tra una birra e l'altra mi ha raccontato storie di guerra, ma soprattutto storie di vita, storie di ragazzi che partirono controvoglia poco più che adolescenti alla volta di un posto che i più nemmeno sapevano individuare sopra una cartina geografica. Per parecchio tempo ebbe gli occhi lucidi Leonard perché chi ha vissuto il disastro di una guerra non riesce mai più del tutto a togliersi di dosso l'odore del sangue. Quando gli chiesi di scrivermi la prefazione di questo libro non pensavo mi dicesse di sì. Mi fece semplicemente una domanda: "Sarà un libro sulla guerra quello che scriverai?" "Sarà un libro per celebrare la vita" - risposi. Il suo sorriso e la promessa di non pubblicare il suo cognome furono la fine di quel piacevole discorso. Tempo dopo mi è arrivata una mail di Leonard con la prefazione di questo libro e l'indirizzo di casa sua negli Stati Uniti. Chi lo sa, magari un giorno ci rincontreremo ancora a raccontarci del Vietnam e a brindare alla vita perché, sembrerà banale, ma aggrapparsi ad essa è l'unica cosa vera che conta.