Strambi figuri abitano un piccolo paese dell'Appennino più remoto. C'è Bunga che va in giro con un verme dentro un vaso di vetro dicendo che quello è il capostipite della famiglia, e guai a chi lo tocca, c'è Brasco che tiene il bar, e Romma e Burasca che del bar sono frequentatori assidui. Poi c'è la Viola che ha sposato Ginasio e la Flora dei Verduga che osserva sempre Ginasio dormire sotto un ciliegio mentre sogna il futuro. Intanto è arrivata la SIO, la società che sta costruendo il Parko, i terreni vengono espropriati e dalle profondità arrivano misteriose scosse. E c'è Bestio, che sottoterra ci abita, e vede. Un romanzo di crinale, terroso nella lingua e nell'impasto, e l'oscuro progresso che investe una comunità scalcagnata, che in queste terre ha radici antiche e ci si aggrappa come le rocce alla montagna madre.