«È fatta così la giornata, per quanto tu la pensi normale, in realtà può accaderti di tutto...», una frase che racchiude in sé l'inafferabile imprevedibilità della nostra esistenza. Sono le parole di Carla, a lei la conclusione di una normale giornata di lavoro porta lentamente allo sconvolgimento della propria vita e della propria identità; i suoi pensieri diventano metonimia dell'universo femminile, le sue ferite appartengono a un corpo troppo spesso violato, non rispettato, non compreso. Una storia fatta di scheletri nell'armadio, di delitti impuniti, di colpevoli mai condannati. La voce del narratore assume il punto di vista di una donna vittima di una crudele violenza carnale, desiderosa di giustizia al punto da sacrificare la propria esistenza. Il passato torna a ripresentare i propri conti in sospeso nelle vesti di un familiare demonio, forse davvero reale, o forse riemerso dalla coscienza di Carla; «l'uomo maledetto con lo sguardo maligno», il cui penetrante sguardo ci spoglia delle nostre certezze lasciandoci soli con le nostre paure; nudi e indifesi come quelle due ragazzine che nel lontano 1979 hanno dovuto dire per sempre addio alla propria innocenza. Un libro che ci spoglia delle nostre false sicurezze lasciandoci inermi davanti alla brutale realtà, in cui la violenza, il dubbio e l'ambiguità sembrano potersi celare dietro ogni vicolo, nella luce di ogni sguardo; una violenza che sembra farsi beffa della nostra illusione di giustizia. Le vite dei personaggi si intrecciano, fino a determinare l'una, l'epilogo dell'altra, fino a intrecciarne i destini, a ricordarne le tracce. Un romanzo che non ha paura di mordere il marcio del nostro secolo.