Sono qui raccolte le voci di alcuni viaggiatori eccellenti che nei tre secoli della Modernità visitarono e soggiornarono a Gallipoli, lasciandone tracce scritte in diari e appunti di viaggio. Nella cornice introduttiva, queste voci vengono concertate con quelle dei gallipolini, che dall'interno dei bastioni di fortificazione riflettevano e agivano per conservare e sviluppare i prodotti di pregio della terra e del mare. Difficilmente la città si sarebbe caratterizzata per capacità imprenditoriali e commerciali se non avesse conservato ancora nei secoli della Modernità le virtù fondative di un'antica colonia di Magna Grecia. Furono proprio quei tratti fieri e pugnaci di un popolo di pescatori, contadini e bottai a salvarla dalle miopie di un potere in ogni tempo distante. La presenza discreta di un ceto illuminato vive ancora nella pietra e nelle arti, di cui la parte fotografica di questa "guida" offre una significativa campionatura, segnalando i tratti di signorilità di un passato gentilizio, vissuto tra utopie e filosofie del buon vivere, e di un devozionale ben radicato nei ceti medi e popolari. Un patrimonio di Storia e storie che consentirebbe di fronteggiare il tempo globalizzato con le risorse culturali di cui la città bella è ricca.