Fosco Maraini (Firenze, 1912-2004) è stato certamente fra quei protagonisti della nostra vita culturale che più sfuggono ad una classificazione precisa. Antropologo, fotografo, orientalista, scrittore, grande viaggiatore, Maraini è stato soprattutto la felice incarnazione di un'idea di uomo che stenta a sopravvivere in un'epoca come la nostra, dove sembra che non si possa essere nessuno se non si possiede una collocazione precisa, un proprio biglietto da visita esistenziale. E forse questa è la ragione principale per cui Maraini resta, in fondo, e nonostante il fatto che sia facile anche oggi imbattersi nei suoi libri, nei suoi articoli, nelle sue fotografie, un personaggio ancora sconosciuto. Anche per questo motivo, venti anni fa avevamo chiesto a Maria Pia Simonetti di realizzare un libro-conversazione con Fosco Maraini, che allora si avvicinava ai 90 anni; ci interessava infatti mettere in luce anche gli aspetti meno noti di questo grande personaggio, alla scoperta di un'avventura umana che lo ha portato, a diverse riprese, ad avvicinare e a confrontarsi con mondi e culture profondamente diversi dai nostri. Ne era nato, dunque, questo "Viaggiator curioso", un libro che negli anni ha avuto un notevole successo anche di pubblico e che ora ripresentiamo arricchito dalla prefazione della figlia Dacia e da un ricordo della stessa Maria Pia Simonetti: Maraini «viaggiator curioso» ci offre l'incantevole ritratto di un uomo che non ha mai voluto accontentarsi dell'apparenza delle cose o della testimonianza di seconda mano, perché il suo principio fondamentale è sempre stato quello di "andare a vedere", vivere con i "vicini" di tutto il mondo, imparare la loro lingua, condividere le loro speranze e i loro problemi di ogni giorno. Prefazione di Dacia Maraini.