"Ho passato quasi tutta la mia vita nelle stanze della Pinacoteca di Bologna, negli uffici di una Soprintendenza, e ancora oggi ci lavoro. Ho avuto il privilegio di vivere diverse stagioni della ricerca storico-artistica: dopo i disastri della guerra, l'esperienza delle grandi mostre scientifiche, prima che diventassero delle fiere paesane, i grandi maestri e amici, l'avventura della politica dei beni culturali regionale, l'insegnamento di Museografia all'Università. Potrebbe sembrare una vita sedentaria e invece è stata una continua passione, un innamoramento costante per la ricerca, le idee, i sodalizi intellettuali, i progetti editoriali ed espositivi. Al fondo di queste esperienze e al seguito di grandi personalità, ha tuttavia pesato su di me, in forma decisiva, l'apprendistato giovanile a Urbino, l'imprinting della forma perfetta del Palazzo Ducale, sintesi di progetto architettonico, arte, paesaggio e civiltà urbana. Dietro la mia riflessione sul museo diffuso, le ricerche sul campo per la catalogazione dei beni artistici, i viaggi matti in motocicletta e poi in auto per i musei di tutta Europa, ma anche attraverso le più oscure chiese di campagna, pesava quella forma classica, sintesi di genio sublime e di lavoro artigianale. E con essa, la poesia del paesaggio del Montefeltro, che ho portato sempre con me".