È possibile pensare una pedagogia non fondata sulle intenzioni, su un quadro di valori già istituito o su fini a priori evidenti? I testi raccolti in questo volume tentano di costruire una trama di relazioni, di riflessioni, d'interpretazioni dell'esperienza formativa che consentano al lettore di affrontare questa domanda esplorando alcune ipotesi e tenendo conto di alcuni strumenti propri del discorso culturale che investe oggi la pedagogia. Se si segue questa trama apparirà evidente che quel che conta è provare a comprendere meglio quali logiche segnano le pratiche formative, minime e allo stesso tempo specifiche, che trasformano la nostra esperienza. Il volume propone un percorso che parte dalla varietà delle esperienze formative, dal valore che tali esperienze assumono nella vita diffusa, dai loro rapporti con la temporalità, con il desiderio di educare, con gli scenari che educatori, formatori e insegnanti devono affrontare quotidianamente per non rimanere alienati e offesi dai mutamenti più rilevanti dei sistemi sociali e culturali attuali. Interpretare l'esperienza formativa vuol dire descrivere le pratiche singolari che permettano di far emergere dalle maglie della propria storia di formazione un profilo di senso che non scompaia come un volto di sabbia sull'orlo del mare. È questo l'intento di una riflessione clinica sulla formazione, posizione teorica che inaugura una possibile pedagogia degli effetti.