Al mondo dantesco, questi saggi si avvicinano abbordando scorci diversi: gli scismatici orribilmente mutilati, l'ambiziosa riscrittura dell'Apocalisse, il consuntivo sulla superbia e la sua pretesa, la riedizione per frammenti dei salmi biblici, l'Empireo filosofico e teologico. Sono approcci in chiave di fenomenologia, sollecitati ogni volta da una sporgenza particolare di una densissima produzione, senza una griglia precostituita di parametri, un'idea a priori del poeta, dei suoi principi e percorsi. Non si vuole insinuare, con questa procedura, che ritrarre Dante secondo un'ipotesi comprensiva sia divenuto oggi impossibile, il tentativo è semmai di accogliere, al netto di pregiudizi, la sfida lanciata dai testi, il loro provocatorio impatto. È da questo incontro non pianificato con pagine sempre sorprendenti, per lo sdegno e la nostalgia, la dottrina e gli struggimenti, che può eventualmente ripartire la costruzione globale, tuttora auspicabile, se non necessaria.