Votata al grado massimo di simulazione della realtà, tanto più ingannevole quanto più illusoria, la ceroplastica policroma si afferma nella Bologna dell'età di Prospero Lambertini, papa col titolo di Benedetto XIV. Le prerogative di perfetta adesione al vero ne fanno uno strumento di utile applicazione all'ambito scientifico della didattica anatomica, ma si rivelano altrettanto strategiche nella conturbante verisimilissima raffigurazione di venerabili, santi, aristocratici, villani. Dalle Sale di Anatomia dell'Istituto delle Scienze, che ospitano i preparati anatomici e le statue dei 'nudi' di Ercole Lelli, l'iperreale resa della natura consentita dalla modellazione in cera associata all'uso di altri materiali, come vestiti e capelli veri, conquista infatti i luoghi del sacro, nonché le dimore private, tramite le opere di Angelo Gabriello Piò, Filippo Scandellari, Nicola Toselli, Luigi Dardani, Anna Morandi Manzolini. Le cere conservate presso il Museo Davia Bargellini hanno fornito il primo spunto all'ideazione del volume, dedicato ad Andrea Emiliani, studioso di rilievo internazionale, autorevole sovrintendente dalla lunga carriera spesa nella conoscenza e nella tutela del patrimonio storico artistico, autore tra l'altro nel 1960 di un pionieristico saggio sull'arte bolognese della ceroplastica.