Una planata a volo radente sui territori dell'inconsueto e dell'improbabile, talvolta ai confini dell'impossibile, senza che peraltro questi vengano mai valicati. Cosa attenderebbe quindi l'occhio del lettore che s'affacciasse, senza sporgersi, beninteso, da uno dei finestrini di questa metaforica littorina letteraria? La risposta più prevedibile: tutto e il contrario di tutto, in sintonia con un semplicistico relativismo pupillo-retineo. Quello che è certo è che le blandizie del logos platoniano allo stato puro non hanno sfiorato l'arcigna cotenna degli autori.