Quest'ultimo volume di Annamaria De Pietro si presenta come una silloge di voci che risuonano quasi come una melodia per uno strumento solo: il silenzio. Da radici lontane, che affondano e trovano linfa nella mitologia classica, vengono scanditi i tempi di un'introspezione moderna, psicanalitica. Uno stile fluido e sinuoso in cui i versi sono gli strumenti per scandire un ritmo torrenziale, dirompente.