In una intervista alla Domenica del Corriere del 1972 padre Pellegrino Ernetti, musicologo di fama internazionale ed esorcista ufficiale della diocesi di Venezia, dichiara di aver inventato e costruito una macchina in grado di vedere e registrare a tre dimensioni il passato. Quarant'anni dopo un professore di storia viene incaricato dal Patriarcato di ricostruire la vicenda. La ricerca sulla figura del monaco si snoda tra calli e campielli, chiese e palazzi di una Venezia dal fascino che supera il tempo, una ricerca che metterà lo studioso di fronte a una scelta di vita drammatica. Una nota finale dell'autore del romanzo riserva una ulteriore sorpresa.