Venere russa è altamente rappresentativa delle varie tendenze e correnti artistiche che segnarono l'arte russa alla fine del secondo millennio. Se da una parte la scena artistica è dominata dalle sperimentazioni delle avanguardie, che pongono le basi dell'arte astratta, dall'altra molti pittori russi non abbandonano il tema della rappresentazione umana, e in particolar modo del nudo femminile e della sua bellezza, così come la rappresentazione della donna in genere.
Proprio questo tema è al centro dell'attività creativa dei pittori presenti in mostra, la cui attività è in grado di testimoniare il carattere poliedrico della ricerca artistica nell'arte russa del secolo scorso.
Pur ispirandosi alla stessa tematica, gli artisti perseguivano intenti molto diversi tra loro e utilizzavano le tecniche più varie.
I loro destini furono profondamente segnati dai grandi avvenimenti della storia: se infatti una parte delle opere è stata realizzata prima della rivoluzione russa, l'altra, che costituisce la parte più cospicua, fu realizzata da artisti che abbandonarono il proprio paese dopo la rivoluzione, ritrovandosi tra gli espatriati.
L'esposizione vuole rendere omaggio anche a quella parte della cultura russa meno conosciuta e troppe volte offuscata dall'arte dell'avanguardia o da quella di stampo socialista, per riconsiderare l'aspetto estremamente complesso dei fenomeni artistici del Novecento russo, spesso orientati alla ricerca del bello, in un mondo occupato dalla rappresentazione del brutto, del volgare, del mostruoso. Questa bellezza è proprio testimoniata dall'esaltazione dell'immagine femminile.