Veemenza, da vehere, è un atto di trasporto psichico. La memoria ci toglie dal presente mentale creando veemenze. Ogni ricordo s'inserisce in un contesto più vasto e fa scattare una conca di echi. I versi di Barbara Carle rievocano l'infanzia, la gioventù trascorsa in paesi diversi, la passione, il dolore, l'arte, i ritratti di persone incontrate per le strade di New Delhi, Dhaka, New York e Sacramento. La memoria ritorna ai poeti amati, ai grandi momenti della storia europea, ai momenti di dolore e di abbandono, del lutto per gli amati scomparsi. Come i mille umori del mare, le veemenze si fanno distese, lisce, calme, agitate, tempestose, cupe o luminose, si trasformano in un concerto di bisbigli e schianti, sussurri e silenzi.