"Nella mostra Utopia Distopia: il mito del progresso partendo dal sud ... è stata proposta una nuova prospettiva critica alla collezione del Madre - includendo opere che già ne facevano parte e altre acquisite dalla Fondazione dopo la mostra - in relazione a come l'arte prodotta a Napoli, in Campania e nel sud Italia, dagli anni Sessanta ad oggi, abbia catturato in presa diretta drammatici cambiamenti politici e culturali. L'approccio curatoriale ha inoltre messo in dialogo le sensibilità artistiche dei territori del sud Italia con quelle emergenti da altri "sud" del mondo: tutte insieme, pongono le basi per una riflessione sul nostro passato recente ma anche sulle possibili somiglianze tra quest'ultimo e quello di altri paesi, di altre culture. Il progresso può avere il volto ambiguo di un benessere economico - come quello che Napoli ha vissuto all'ombra dell'Italsider di Bagnoli, fotografata da Mimmo Jodice e chiusa definitivamente nel 1992 - che lascia dietro si sé una scia di veleni ancora non smaltiti. Può, altre volte, venire dalle periferie, come gli esperimenti didattici ed educativi che Riccardo Dalisi ha inaugurato - una vera e propria utopia - nel Rione Traiano alla fine degli anni Sessanta." (dalla Prefazione di Angela Tecce)