Le nostre città possono trarre vantaggi dall'urbanistica praticata in una forma contrattuale: non in deroga al piano, bensì come una prassi ordinaria, rendicontabile e regolata di governo del territorio. Purtroppo, fino ad oggi, l'introduzione di strumenti e procedure negoziali in Italia è avvenuta in modo incoerente e parziale. Le tante questioni irrisolte rendono difficile far coesistere in modo pertinente la regola e il contratto. Nondimeno, ampie porzioni della città contemporanea sorgono nel segno di accordi tra pubblico e privato. È dunque inaccettabile un atteggiamento distratto nei riguardi dell'urbanistica contrattuale. Il libro ne esamina i criteri di legittimità e opportunità attraverso esperienze condotte in città emiliane e lombarde