“Se mi chiede qual è il ricordo che più si è impresso nella mia mente e che porterò sempre con me – dice sorridendo – la risposta è semplice: mi sono divertita un mondo. Avrei dato dieci anni della mia vita pur di restare lassù ancora qualche giorno”.
Lassù è nel cielo, per i più fortunati lassù è stato sulla Luna. Si torna cambiati da lassù, perché l’esperienza nello spazio è qualcosa di unico, non paragonabile a nulla. C’è chi torna pieno di entusiasmo, di vitalità, di spirito e di coraggio e si inventa imprese, sperimenta, innova e cerca di cambiare anche il quaggiù.
C’è chi torna incapace di rimettere i piedi sulla terra, e continua a vagare senza gravità nell’anima, preso dalla fama e dalla forza di quanto ha vissuto. Irripetibile. Perché una cosa così è troppo grande per riprendere la vita di sempre.
Gli astronauti e gli scienziati che Giovanni Caprara ha intervistato nella sua carriera sono uomini e donne speciali, che hanno conquistato lo spazio, e con questo hanno conquistato una visione diversa e profonda della realtà.
Sono tanti i racconti che animano le pagine di questo libro prezioso come testimonianza e come documento di anni di coraggio, di impresa, in alcuni casi di visione straordinaria. Non si sono fermati con quell’impronta epica lasciata da Neil Armstrong ma sono diventati un’avventura per la ricerca, per la medicina, per le conquiste che hanno visto nei paesaggi di White Sands o di Pasadena lo scenario di un futuro possibile.
Tutte le voci che si affollano nelle pagine raccontano storie diverse, ma si uniscono in una sola, comune, fortissima parola: Marte. Perché tutti guardano lì. La frontiera alla quale lavorare è Marte.
E leggere le loro storie attraverso la penna di Giovanni Caprara che ci mette emozione autentica, è un viaggio incredibile che ci fa vivere accanto a persone per le quali non sono esistiti limiti né confini.
Ci sono racconti di diplomazie e corse politiche tra nazioni, ci sono leggi dell’economia che hanno guidato scelte impopolari ma necessarie, ci sono racconti privati e storie inedite. C’è Chuck Yeager che negli anni Quaranta ha infranto il muro del suono, Jurij Gagarin la cui immagine si è bloccata nel momento dell’incidente a bordo di un caccia nel 1968, i primi turisti spaziali, ma anche gli scienziati che senza muoversi dalla Terra hanno pilotato i rover su Marte, Spirit, Opportunity e poi Curiosity.
Americani, Russi, i nostri italiani, i giorni al Jet Propulsor Laboratory e sulla stazione spaziale internazionale. Storie diverse, stessi sentimenti, occhi ancora rivolti lassù.
Tutti uniti ad andare avanti anche dopo i fallimenti, gli insuccessi, le tragedie, uniti nel contestare il taglio ai fondi per i progetti spaziali, uniti nel credere che un giorno lassù ci andremo tutti, coloni di un mondo forse migliore.
“Uscire e diffonderci potrebbe essere l’unica via da seguire in grado di salvarci da noi stessi, Sono convinto che l’umanità debba abbandonare la Terra, Ed è giunto il momento” (Stephen Hawking).
Incontri davvero straordinari.
Recensione di Francesca Cingoli