Uno dei fattori cruciali per l'affermazione del fascismo fu la violenza. Da questa constatazione dovrebbe prendere le mosse qualunque studio volto a ricostruire le vicende storiche che condussero il movimento fondato da Benito Mussolini nel marzo del 1919, trasformatosi in partito nel novembre del 1921, prima a conquistare il potere e poi ad instaurare una dittatura ventennale. In effetti, mancava uno studio approfondito e completo sulle gesta degli squadristi in terra di Siena. La lacuna viene adesso colmata, grazie ad un'assai ampia documentazione archivistica e allo spoglio sistematico della stampa cittadina. La ricerca di Maccianti delinea la geografia della violenza fascista; chiarisce una volta di più come questa venisse esercitata con un efficace metodo "para-militare"; conferma le molte complicità di cui si giovarono le camice nere senesi per le loro azioni punitive e devastatrici; descrive il contributo dato dagli squadristi senesi alla costruzione di una sorta di network operativo, territorialmente incentrato nella Toscana meridionale, che fu una delle vie attraverso cui si perfezionò il processo di "regionalizzazione" del fascismo nato all'ombra della Torre del Mangia.