Il libro nasce da due grandi passioni: l'amore per l'arte e la profonda ammirazione per il passato. L'arte è quella dell'immaginifico Giovanni Boldini, impareggiabile virtuosista del pennello. Le sale del museo Boldini di Ferrara hanno plasmato la coscienza di Viola, la protagonista. Ne è stata influenzata fin da piccola, subendo il fascino irresistibile della sua opera. Il passato e la saggezza dell'esperienza vestono invece i panni di Giacinta, personaggio "forte" del libro. Le sue scelte di vita sono guidate dall'accettazione, acquisita attraverso esperienze sofferte. Giacinta è una nonna accorta e previdente, che scrive un memoriale per infondere fiducia alla nipote, spesso prostrata dal destino avverso. L'epilogo dolceamaro del romanzo apre le porte del cuore alla speranza per entrambe le donne, impegnate in un intenso colloquio muto, dal passato al presente. "È la passione, quella vera, che durerà per sempre. È un'emozione che la sconvolge, la fa vibrare, le sembra di perdersi, di far parte del dipinto." La storia: Non solo i nomi di fiori le accomunano, ma anche il coraggio che si scambiano da una generazione all'altra. Viola è una giovane appassionata di Boldini, vive incerta in equilibrio su un filo, la vita le pone continue domande. Sua nonna Giacinta le indirizza un memoriale dal passato. Con istintiva saggezza contadina ha accettato le sfide del destino e incoraggia la nipote a credere nelle sue intuizioni. Un affresco corale che si snoda nell'arco di un secolo, dove il grande Boldini in persona darà a Viola l'aiuto necessario a raggiungere lo scopo più alto della sua vita. Arte e passato si fondono in un connubio di emozioni, in una ricerca di sè attraverso il rispetto del passato e l'amore per la propria terra.