Milano, Teatro Lirico, 1944. Il Duce, per un attimo, ritrova se stesso: la voce, il carisma, la seduzione. Le sue parole sembrano quelle di un vincitore, non di un vinto. È un lampo, l'euforia di un giorno, l'addio in un'effimera apoteosi. Non sarà l'applauso di una città a dargli la vittoria. Attorno a lui ruotano, esaltati e disperati, gli "ultimi" di Salò: Claretta, Pavolini, la Duranti, Valenti, la Ferida, Costa, Bombacci, Graziani, Colombo, Buffarini, in un intreccio di storie di guerra e d'amore, tragiche, magiche, laceranti. Sullo sfondo, il fatiscente palcoscenico di Milano, devastata dalle bombe e dalla guerra civile, la città dove il fascismo nasce e, nel sangue, muore. Marco Innocenti coglie un momento cruciale della vita di Mussolini e lo racconta coniugando fantasia e storia.