Non sappiamo se Diogene di Sinope abbia avuto la fortuna di trovare l'uomo che durante il giorno cercava andando in giro con "una lanterna accesa". Ebbene, in uno spirito di briosa e arguta immaginazione, Mario Gabriele Giordano, con questi "aforismi vagabondi", ha inteso idealmente riaccendere quella lanterna per consentire una più agevole identificazione di quell'uomo; e ciò attraverso la ricerca di cosa costui per esistere dovrebbe fare o non fare, cosa dovrebbe dire o non dire, cosa insomma dovrebbe essere o non essere. In realtà, l'autore, al di là dell'estroso riferimento a Diogene avanzato nella premessa, disegna qui con estrema serietà un rigoroso e articolato quadro della natura e della condizione dell'uomo visto nella sua dimensione individuale e collettiva. Quali piccole tessere di un vasto mosaico, le singole osservazioni, che di volta in volta si presentano mordaci o pensose, polemiche o partecipi, amare o accorate, prospettano per altro la complessa realtà con cui l'uomo è chiamato a confrontarsi con particolare riferimento alle strutture sociali e alle varie configurazioni della cultura e della storia.