Talvolta il modo migliore di nascondere qualcosa è metterlo in bella vista, sotto gli occhi di tutti, e Fleur Jaeggy nella sua scrittura fa proprio questo. Attraverso la perfezione stilistica che ne caratterizza l'opera, seduce il lettore e lo porta con sé nelle profondità più oscure della vita umana. In questo saggio critico Matteo Moca prova a esplorarle, queste profondità, rintracciando i maggiori riferimenti letterari della scrittrice svizzera e i frammenti di autobiografia disseminati nelle sue storie, dall'infanzia passata in collegio fino all'amicizia con Ingeborg Bachmann, profondissima e determinante nella sua vita e nella sua scrittura, che in Jaeggy si mescolano fino a rendersi indistinguibili l'una dall'altra.