Attraverso pagine di diario, appunti e immagini, Nicolai Lilin ripercorre i momenti salienti della sua vita – l'infanzia russa e il nonno, i compagni di strada, il valore della giustizia, il demone della violenza, la precoce fuga, l'approdo in Italia – e ci svela le passioni che lo abitano: i tatuaggi e la religione, il disegno e le accanite letture, le armi, l'amicizia, il perdersi nella natura. Un libro dove ascoltiamo un uomo che ha fatto la pace con il passato nel passaggio "dal coltello alla penna"; un autore che a soli 35 anni ha già tanto vissuto ci regala un oggetto in cui perdersi fra i collage del suo immaginario, trasportati da parole e fotografie, disegni, oggetti cari, manoscritti.