1468, martedì grasso, a Canneto sull'Oglio si mette in scena una rappresentazione in cui sono processati Misser Carnevale e Madonna Quaresema: il primo per aver lasciato il paese insalutato ospite quando i cittadini avrebbero voluto averlo con loro fino alla Pasqua; l'altra per averlo istigato a compiere il misfatto. Così si apprende da una sentenza burlesca manoscritta conservata tra le carte di Antonio Donini, notaio nella seconda metà del Quattrocento. Documento prezioso, perché tra i più antichi della tradizione europea delle rappresentazioni incentrate sui personaggi di Carnevale e Quaresima. La sentenza riflette al contempo le tensioni che all'epoca caratterizzarono i rapporti tra la comunità di Canneto e i principi Gonzaga e insieme gli aspri contrasti che avevano opposto Ludovico II marchese al fratello Carlo. L'autore illustra questo secondo aspetto ricostruendo con precisione il contesto sociale e politico in cui quel documento fu concepito e decifrando con finezza riferimenti, allusioni e intenzioni celati tra le righe della scherzosa scrittura.