Oltre che custode dell'eredità culturale del padre, Alda Croce fu una fine critica letteraria. Fin dai tempi dell'università ebbe un forte impulso a coltivare lo studio della letteratura spagnola, in particolare del «siglo de oro». Non vi era, all'epoca, una tradizione critica italiana su questi autori e la Spagna era un paese in ginocchio, confinato dal regime franchista in un forte isolamento culturale. Anche procurarsi i testi in lingua originale era pertanto impresa difficilissima, ma Alda Croce poté attingere alla ricca biblioteca paterna e scrivere pagine che rappresentano ancora oggi un punto di riferimento. Il volume raccoglie i suoi principali studi su Lope de Vega, Góngora, Tirso de Molina, oltre ad alcuni contributi sulla letteratura italiana che suscitarono l'ammirazione, fra gli altri, di Eugenio Montale.