L'Avana, primi anni Trenta. Dopo la crisi del '29, la dittatura borghese e filoamericana del presidente Machado cede lentamente all'esasperazione di lavoratori e contadini; il popolo cubano, oppresso e sfruttato, è pronto alla rivoluzione, sotto la guida delle aggregazioni studentesche e operaie. È il 1933, la tensione è altissima. Il generale Machado ha i giorni contati, gli Stati Uniti sono disorientati, i marines attendono nella Baia; l'amministrazione Roosevelt lavora per il dopo: sono troppi gli interessi degli Stati Uniti a Cuba dopo decenni di governo servile che ha svenduto l'isola al peggiore offerente. Tra i ribelli si distingue dall'interno un giovane uomo dalla volontà di ferro e una determinazione incrollabile; diventa segretario del debole governo dei Cento giorni di Ramon Grau, e appena ottenuta la carica tiene fede alla rivoluzione per attuare le leggi del popolo. Quell'uomo sorrideva poco, fumava una sigaretta dietro l'altra, metteva i brividi ai suoi nemici e agiva con la consapevolezza di chi ha fatto sua la lezione dei grandi movimenti sociali e l'ideale di un mondo migliore.