Viveva del suo lavoro creativo giusto il proprio stile vorticoso e vorace di insolite forme (il vero aspetto fondante della sua singolare identità rispetto alle stesse notazioni di controverso tono psico-fisico). Il nostro pittore, però, si dedicava pure alle rielaborazioni personali di temi classici riformandoli nello stesso intreccio di forma e contenuto. Ed è per questo che nella sua corposa produzione troviamo elementi di tematica "ripetitività" imitativa (il Cristo di Velázquez, i cavalli di De Chirico, i nudi di Modigliani...). Il risultato dell'azione mimetica messa in pratica era però uno stile espressivo diverso: si distanziava dai "maestri" contattati (cambio di prospettiva e di contesto, impasto di linee e colori pianificato ora sulla distinzione sfondo e primo piano ora sull'azzeramento e l'appiattimento: la figura occupa/va tutta la tela col suo distendersi formativo-spazializzante e tonale distanziante). Mai la ripetizione nelle mani di un artista è inerte riproduzione tautologica. Entra, invece, in scena una topologia estetico-logica che genera effetti dissimili da cose simili; e poi il linguaggio del tempo altrui è sempre letto/interpretato con il linguaggio del presente che ci fa essere, pensare, dire/dipingere come un evento di ora e non di allora.