Il saggio Moni Ovadia tiene una lezione sull'ebraismo a Dario Vergassola e lui, da buon ligure, risponde e interpreta. Scopre di essere, per affinità, molto più vicino agli ebrei di quanto credesse in precedenza. Il cinismo caustico di Vergassola si lega allo humour tutto yiddish di Ovadia producendo uno scambio dal ritmo serrato in cui si demoliscono luoghi comuni con un'ironia disarmante. Così i due autori affrontano questo viaggio che, da dentro le pieghe dell'umorismo, arriva a parlare di attualità e antisemitismo, di intolleranza, razzismo, Olocausto, del bisogno di confini e del loro superamento: nato su un palcoscenico in occasione dell'omonimo spettacolo teatrale, questo libro racconta di come l'incontro fra due mondi diversi, quello della filosofia di Moni Ovadia e della comicità di Vergassola, possa dare vita a una riflessione pungente, necessaria, fondamentale e su come, nella società in cui viviamo, alla disperata ricerca di differenze si possa rispondere, magari ridendo, con una carrellata di cose che abbiamo in comune.