Nell'agosto del 2000, nei giorni della vicenda del sottomarino russo Kursk, un giornalista di Trieste riceve una strana telefonata: è la voce di un uomo anziano, che riporta alla luce un episodio accaduto durante la Seconda guerra mondiale, quando l'equipaggio del sottomarino italiano Medusa, in acque istriane, fu lasciato, a suo dire, morire. Per interesse sia professionale (uno scoop, per quanto dislocato nel tempo) sia personale (è un sub appassionato), il giornalista decide di approfondire la questione e, nell'arco di due anni, compirà ricerche in archivi romani, si immergerà alla ricerca del relitto, incontrerà familiari dei marinai del Medusa, cercando di far riaffiorare un passato dimenticato e misterioso. La sua "immersione" sarà una vera e propria indagine, un viaggio a ritroso che gli farà però compiere un passo avanti nella vita, lasciando a chi legge il senso di uno sprofondamento nel passato, tra memoria, intersezioni del tempo, e oblio.