I racconti della "Prima esperienza" (Erstes Erlebnis era appunto il titolo dell'edizione originale, apparsa nel 1913) rappresentano senza dubbio uno degli esiti più alti della narrativa di Stefan Zweig. Tutti e quattro i racconti hanno come tema il mondo dell'infanzia, colto proprio nel momento in cui qualcosa accade e determina il primo, faticoso, e spesso doloroso, passo verso la maturità, verso il mondo dei grandi. Forse nessuno scrittore prima di Zweig ha saputo penetrare come lui l'esigenza e insieme il dramma di questo trapasso, spesso legato all'ancora incerto ma già prepotente istinto erotico dei bambini. Si pensi al più celebre di questi racconti, "Bruciante segreto", in cui il giovanissimo protagonista assiste, senza rendersi conto di quanto avviene, e insieme spinto da una forza più grande di lui, agli approcci amorosi di un estraneo con la madre; un estraneo da cui era stato 'usato' proprio a quello scopo e che gli aveva fatto credere che lui stesso e non la madre fosse al centro dei suoi pensieri. Forse sta soprattutto in questo la grande profondità e originalità di questi racconti: non tanto, cioè, nel mistero che circonda la vita dei bambini, quanto nell'ipocrisia che determina l'atteggiamento degli adulti nei loro confronti, e che nel momento in cui si rivela comincia ad allontanarli, inevitabilmente, dal mondo dell'infanzia; oppure, come nel racconto iniziale "Storia nel crepuscolo", nella difficoltà di accettare una realtà diversa da quella a lungo carezzata, una realtà che si presenta come qualcosa di inaspettato e anche di ripugnante, e che potrà essere accettata soltanto lasciandosi alle spalle quel mondo che fino ad allora li aveva accompagnati.