Siamo entrati in un'epoca di rivolgimenti politici e sociali cui mai avremmo creduto di poter assistere, un'epoca segnata dalla ripresa delle lotte di emancipazione su scala generale - si pensi alla Primavera araba e al movimento Occupy - ma anche dal ridestarsi di potenti forze antidemocratiche: il sentimento xenofobo e integralista che dilaga in Europa, e che è sfociato nella follia omicida di Breivik, autore della strage di Utoya; i governi "politicamente neutri" dei tecnici in Italia, Grecia e Spagna, senza escludere la riedizione dell'ossimoro contemporaneo per eccellenza, ossia la guerra umanitaria (in Libia). È stato un anno sognato pericolosamente, in cui agli straordinari slanci di partecipazione democratica hanno fatto da controcanto le misure di iniquo "risanamento" imposte alla collettività dai sicari dell'economia. Slavoj Zizek ci propone un'attenta e originale lettura di questi eventi, unitamente all'esame di alcuni tra i più significativi fenomeni culturali del momento, per fare luce sull'"antagonismo centrale del capitalismo contemporaneo". Abbinando il giudizio appassionato del militante politico al contegno filosofico del critico dell'ideologia, Zizek cerca di rispondere alla domanda cruciale del nostro tempo: come possiamo combattere il sistema senza contribuire, involontariamente, al suo rafforzamento?