In questa storia è proposto al lettore un lungo viaggio nell'Italia dell'undicesimo secolo. Un tempo di accese dispute tra l'impero e il papato, che ebbe come paladina Matilde di Toscana, nota come la Grancontessa, guerriera per necessità, anima contemplativa per eccellenza, la quale dovette rinunciare al tanto bramato ritiro conventuale in nome di ciò che in quegli anni era considerato il bene collettivo. Con la spada in una mano e la croce in un'altra per meglio sopportare il fardello sulle sue spalle, viveva in un mondo in cui gli avidi nobili romani cercavano di innalzare e deporre pontefici a seconda dei loro interessi, attraverso intrighi e tradimenti. Eppure questo fu anche un periodo di gran sviluppo intellettuale e spirituale, in cui spiccarono figure come papa Gregorio VII, San Pier Damiani e Ugo di Cluny, ansiose di purificare la Chiesa, oltre che di crescita economica, con la rinascita delle città. A sud potremmo parlare degli albori delle crociate: Giuditta d'Évreux, nobildonna normanna, giungerà in una terra dove il suo promesso sposo, Ruggero d'Altavilla, condurrà una lunga campagna, sotto la benedizione papale, per ricondurre la Sicilia saracena alla cristianità. Questa è, in conclusione, un'opera corale che presenta diversi scenari e punti di vista, immergendo il lettore nel gioco di luci e ombre dell'era medievale.