Tonino e Gian Mario scrivono con tocchi da pittori tonali il "Novecento" della nostra terra. Dipingono come fosse un film il "nostro Novecento" lasciandoci in eredità un grande racconto. In queste pagine c'è la vera ricchezza dei nostri campi fatti di fango bruno e limpidi di acque sorgive. In questi racconti ci sono gli angoli abitati dei nostri paesi, come dipinti su tavole di legno a ricordarci le opere, ricche di anime romantiche, dei grandi pittori vedutisti di fine Ottocento. Resistono, Tonino e Gian Mario, nel silenzio della loro pittura di anime, resistono per una loro innata generosità a voler continuare a narrare come cantastorie attorno ai loro fuochi, mentre intorno un mondo svapora in uno scuro dormire.