Anche quando, come nel nostro caso, quel che Giuseppe Trincucci è riuscito a ricostruire per un sessantennio non è che una parte di un carteggio sicuramente più ricco, possiamo trarne indizi per ricostruire la fortuna letteraria di Cristanziano Serricchio, la difficile tessitura di una rete intellettuale che lo comprendesse, oltre che rievocare momenti importanti della storia culturale della Capitanata. Emblematico ciò che scriveva Donato Valli a Cristanziano Serricchio: "Tu hai costruito il tuo monumento poetico con costanza, lucidità, successo: sei tra i pochissimi che in Puglia hanno lasciato una traccia incancellabile di onestà e di eccellenze poetiche, perciò mi sento coinvolto nella tua storia e ne condivido la sofferenza e il meritato successo. Siamo cresciuti in una terra aspra e difficile, abbiamo operato con esuberanza e generosità. È giunto il momento di tirare la somma nel nostro vigneto: non è un fallimento; e tu hai accumulato un'eredità destinata a rimanere nel tempo come esempio di bellezza e di moralità umana e letteraria".