Eugàmone nella perduta Telegonia, Euripide 'satiresco' nel Ciclope, Licofrone nell'oscura Alessandra, Cicerone poeta e traduttore dell'Odissea, l'immortale Orazio lirico, Ovidio nella sua salottiera Arte di amare, Dante - dopo Omero - creatore di un nuovo eroe, Fazio degli Uberti erudito autore del Dittamondo, Tasso in attualizzanti ottave della Gerusalemme Liberata, Foscolo cantore della grecità nei Sonetti e nei Sepolcri, Baudelaire nei Fiori del male in navigazione sul vascello della morte, Lord Tennyson nei lirici Poemetti che dedica alla Regina Vittoria, Pascoli nei crepuscolari e decadenti Poemi Conviviali, Graf nelle troppo accademiche Danaidi, D'Annunzio nelle Laudi interprete della poetica del superuomo, Kavafis nelle Liriche dalle note introspettive, Gozzano dissacrante in un componimento escluso dal suo canzoniere, Pound nei Cantos con un Ulisse che si sposa all'agghiacciante memoria della grande guerra, Kazantzakis che propone in crude ideologie novecentesche una resurrezione dell'Odissea: tali i protagonisti delle nostre 'rifrangenze poetiche'. Il volume si articola in due parti. La prima - dopo una necessaria introduzione sull'Ulisse postumo in età antica - pertinente tre riscritture dell'Odissea da parte di un poeta ellenistico e di due poeti moderni. La seconda parte, per rapidi affondi, relativa alla riattualizzazione dell'eroe nelle letterature moderne. Alle quali è discrimen, con nuova linfa creativa, l'eroe che rievoca il suo ultimo viaggio nelle terzine dell'Inferno dantesco.