Per la prima volta in traduzione italiana le lettere che Angelina Grimké scrisse a Catherine Beecher nel 1837 sull'abolizione della schiavitù, indicata come unica soluzione a una ingiustizia tanto inaccettabile sul piano razionale quanto scandalosa per il pensiero cristiano. Gli argomenti si susseguono, lucidi e incalzanti, intrecciandosi alle riflessioni attorno ai diritti delle donne e al rifiuto di un femminile evanescente, domestico e sottomesso. L'accurata introduzione di Carla Maria Gnappi, la prefazione di Letizia Tomassone e la postfazione di Elena Riva permettono di contestualizzare senza anacronismi la figura di Angelina e delle altre persone nominate, mostrando tuttavia la straordinaria attualità di quanto leggiamo.