Durante la parentesi della guerra fredda, Stati Uniti e Unione Sovietica svettarono pressoché incontrastati sul sistema internazionale e diedero vita a una governance strategica concordata, il bipolarismo, in grado di creare, malgrado una contrapposizione ideologica e politico-militare totale, una forma peculiare ma funzionante di ordine internazionale. Con il collasso dell'ordine bipolare, grammatica e logica della politica internazionale iniziarono a mutare profondamente. Oggi, archiviata la ventennale parentesi unipolare di marca statunitense, una governance strategica concordata tra le tre principali potenze dominanti stenta a prendere forma. Stati Uniti, Russia e Cina spiccano quali forze interessate principalmente ad accumulare risorse della potenza per presidiare le proprie porzioni del sistema internazionale e «tenere la posizione» nella gerarchia del potere ma tutte e tre si mostrano sempre più reticenti a svolgere un ruolo egemonico, cioè di «timonieri». Unico antidoto, questo, al caos strategico globale nel quale il mondo sembra inesorabilmente precipitato e all'antropotenza, l'estinzione della specie umana a causa di una competizione sfrenata proprio tra queste potenze dominanti che tutto possono, tutto vogliono, tutto compromettono e che tutto contaminano, pur di conquistare e trionfare.